Ed eccomi qui: il giorno del mio matrimonio.

Fino a poche ore prima avevo una flebo nel braccio: colica da stress!!! Pensavo di non poter partire per il viaggio di nozze ed anche di non partecipare alla cena,e invece… la voglia di andare davanti all’altare a dire il mio “si” mi permise di superare qualunque male 😍. Perché nei preparativi finisci col dover ascoltare gli altri, più che il tuo cuore: attriti familiari (che magari risalgono a prima che tu nascessi 😂 o che riguardano la famiglia del futuro coniuge), l’abito da sposa che all’improvviso non ti piace più, amici che vi siete dimenticati di invitare e quelli che avreste evitato volentieri ve li ritrovate in lista…

MA NULLA DEVE IMPEDIRE DI GODERVI IL MOMENTO DEL “SI”. QUELLA È LA RAGIONE PER CUI SI È MESSO IN MOTO TUTTO.

Il Cantico dei cantici è un libro della Bibbia che parla dell’incontro carnale e spirituale degli sposi e ci può venire in aiuto:

LA SPOSA DICE:

Mi baci coi baci della sua bocca! Si, le sue tenerezze sono dolci più del vino.
Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.

LO SPOSO ATTENDE LA SUA BELLA:
Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.

LEI RISPONDE:
Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.

LUI: Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Alzati, mia bella e vieni!
Quanto sono soavi le tue carezze,
I tuoi seni come due cerbiatti,
Gemelli di una gazzella, che pascolano tra i gigli.
Tu, mi hai rapito il cuore,

SORELLA MIA, MIA SPOSA.

Ecco, così deve essere il nostro cuore, pronto ad aprirsi all’incontro con un mondo DIVERSO dal nostro, altro da ciò che siamo stati fino ad allora.
E questa certezza significa la volontà al di sopra di tutti gli ostacoli di diventare UNA NUOVA UNITÀ: unità di corpo e di anima!
Dei due fare uno solo. Qualunque sia il matrimonio,civile o religioso, da quel momento in poi , bisogna ricordarsi che si diventa complici di un progetto che travalica le aspettative individuali ed egoistiche. Lasciamo le nostre famiglie d’origine per formarne una nuova.

PERCHÉ LO SPOSO DEL CANTICO CHIAMA LA SPOSA SORELLA?

PERCHÉ L’ACCOGLIERÀ COME “CARNE DELLA SUA CARNE, SANGUE DEL SUO SANGUE”.  “E chi ha in odio la propria carne? Nessuno fa del male a se stesso”. (San Paolo)

Per questo motivo, laddove ci siano critiche, accettatele come inevitabili, ma fate di tutto perché la vostra gioia sia palese e condivisibile, accogliendo con semplicità e cura i vostri ospiti.
Se capite che ci sono gelosie e invidie da parte di chi vi sta a cuore, vi giro una massima antica dei Padri della chiesa, uomini coltissimi, filosofi e studiosi del diritto:

Perdona e ammasserai carboni ardenti sul capo dei tuoi nemici.

Che non vuol dire augurare il male, ma sottrarsi alle logiche del botta e risposta o del restituire male con il male . Solo così eviterete di farvi il sangue amaro e leverete alle frecce e alle frecciate le loro punte.
E questo vostro atteggiamento smorzerà col tempo la perversa abitudine di non saper godere della felicità altrui. Anzi, di più, metterà in luce la loro piccolezza e la loro infelicità, facendo brillare la vostra.
Arriverete a scusarli, e li vedrete per ciò che sono, persone troppo deboli per accogliere gli altri.
Perciò, curatevi l’un l’altro, non lamentatevi con mamme e padri della vostra compagna / compagno. In una parola proteggetevi e ricordate sempre il giorno del vostro “si”.